ASSETTO NEL NUOTO
Assetto, controllo, mobilità articolare, consapevolezza del gesto e biomeccanica della nuotata. Sono tutte quelle componenti legate fra loro e indispensabili per iniziare un percorso di miglioramento della nuotata. L’allenamento metabolico spingerà al massimo le potenzialità raggiunte, ma da solo non porterà lontano. Il nuoto è uno sport estremamente tecnico, per cui ogni dettaglio che può sembrare naturale è frutto di un lavoro sul campo costante e meticoloso. Nuotare pulito, efficiente, senza sbavature è spesso uno degli obbiettivi più difficili del tecnico che dovrà insegnare a togliere i movimenti viziosi e superflui (che generano resistenze) e concentrarsi su quelli vantaggiosi che fanno andare più veloce con meno fatica.
Spesso capita all’interno di una lezione o un allenamento di nuoto che si svolgano i cosiddetti lavori “settoriali” (solo gambe o solo braccia) e più in generale che il focus del soggetto o dell’istruttore cada sempre su uno di questi due. Questo sistema di impostazione dei lavori all’interno della seduta è molto comune e trascura spesso l’importanza, che riteniamo debba essere maniacale, per “quello che sta nel mezzo” e abbiamo imparato a raccoglierlo nella parola “lavoro del corpo”. Per questo motivo per fare un passo avanti verso l’eccellenza dobbiamo riferire ogni concetto all’ambiente acquatico.
Partendo dall’ASSETTO, la sua definizione nel nuoto è la posizione idonea di tutte le parti del corpo per nuotare al meglio. Per renderla più specifica, siccome parliamo di un corpo immerso in un fluido, non possiamo trascurare:
• la densità e gli attriti che si generano
• la posizione orizzontale del corpo in esso immerso
• l’equilibrio longitudinale precario ed instabile
• l’effetto del galleggiamento e delle forze applicate dai muscoli del corpo
La definizione può così essere ulteriormente corretta come segue: Assetto nel nuoto è la posizione idonea di tutte le parti del corpo per agire in risposta alle forze idrostatiche e idrodinamiche agenti su di esso, in modo da ricercare una situazione di equilibrio stabile tale da ottimizzare efficacemente la performance.
L’importanza che determina l’assetto per l’efficacia e l’efficienza del gesto acquatico, contempla IL CONTROLLO di tutte le parti del corpo, un’area di interazione generata dall’azione di piccole, istantanee e frequenti retroazioni (feedback) del nostro sistema senso percettivo. Tutto questo insieme di informazioni è ottenuto grazie ai nostri organi di senso (analizzatori) e comprendono in forma semplice o combinata le capacità:
• Visiva: ha il ruolo principale nell’apprendimento dei movimenti per la creazione di un “modello” nella nostra mente
• Uditiva: parte uditiva dell’orecchio interno
• Tattile: sensibilità della cute in diretto contatto con l’ambiente esterno
• Labirintica: parte non uditiva dell’orecchio interno che sovrintende all’equilibrio
• Cinestesica: propriocettori, muscoli, tendini, legamenti e articolazioni
Queste capacità sono l’origine della consapevolezza del gesto nello spazio in cui si trova e vanno usati appositamente ed intenzionalmente per la funzione che rappresentano.
Parlando di assetto non possiamo non parlare della MOBILITÀ ARTICOLARE che ricopre un’importanza determinante in quanto può essere vista come l’anello di congiunzione fra le capacità condizionali (forza, resistenza, velocità) e le capacità coordinative (fattori neurologici). Poiché riveste il compito di permettere il gesto sportivo con l’uso della massima escursione articolare possibile.
La sua mancanza rappresenta la principale causa dell’insorgere di fattori limitanti della performance a livello biomeccanico. Infatti, possiamo essere allenati perfettamente a livello metabolico, ma non essere in grado di esprimere le nostre massime capacità a livello di fattori anatomici (economia o efficienza, precisione ed ampiezza e quindi efficacia) o ancor peggio rischiare l’infortunio con infiammazioni o altri danni fisici portati da una imperfetta biomeccanica ripetitiva.
TAKE HOME MESSAGE
Progressione Didattica Gambe Assetto
100 mt gambe stile con tavola: testa dentro e fuori dall’acqua a piacere. Dobbiamo essere resistenti ed essere in grado di nuotare a gambe in modo continuativo e nel mentre lavorare sulla giusta biomeccanica della gambata.
2 x 25 mt gambe in superficie stile con le braccia distese lungo i fianchi. Focus dell’esercizio e di avere un buon assetto e tenuta del corpo, una gambata stretta e continua. Respirazione a piacere una volta a destra e una volta sinistra (senza uso della bracciata) con l’obbiettivo di non interrompere la continuità della gambata nel momento in cui respiriamo. La posizione della testa deve essere naturale o leggermente con lo sguardo in avanti, i piedi e la caviglia devono essere distesi a punta (piede a “ballerina”)
2 x 25 mt in cui fai ½ vasca solo gambe stile con braccia lungo i fianchi e ½ vasca completa a stile con inserimento della bracciata.
2 x 25 mt gambe stile in superficie con le braccia in posizione IDRODINAMICA. Focus dell’esercizio e di avere un buon assetto e tenuta del corpo, una gambata stretta e continua. Respirazione a piacere una volta a destra e una volta sinistra con inserimento di una bracciata a stile libero senza interrompere la continuità della gambata. La posizione della testa è naturale rivolata verso il basso cercando di incastrarla fra le braccia cercando la massima idrodinamicità, i piedi e la caviglia devono essere distesi a punta.
2 x 25 mt in cui fai ½ vasca solo gambe in posizione idrodinamica e ½ vasca completa a stile con inserimento della bracciata
2 x 25 mt gambe a stile in superficie con un braccio fermo lungo il fianco, uno fermo in avanti. Il corpo è girato di circa 90° avanzando in posizione di taglio (una spalla fuori dall’acqua e una spalla dentro l’acqua). Focus dell’esercizio e di avere un buon assetto e tenuta del corpo, una gambata stretta e continua e controllo del corpo in ogni fase dell’esercizio. Respirazione a piacere con inserimento di una bracciata a stile libero con l’obbiettivo di non interrompere la continuità della gambata. La posizione della testa è naturale rivolata verso il basso e non deve seguire il movimento del corpo, ma rimanere ferma con lo sguardo rivolto verso il fondo della vasca. I piedi e la caviglia devono essere distesi.
100 mt in cui nuoti completo a stile cercando di mettere in pratica nella nuotata completa il controllo e la tenuta del corpo lavorata durante gli esercizi.
Variante facilitata con PINNE o sul DORSO
Articolo scritto da :
Alessandro Resch : Autore del libro Swimbox L’arte e la meccanica dello stile libero, Allenatore II livello FIN, Docente Federale.
Bedei Riccardo : Allenatore FITRI . Tecnico FIN. Docente federale. Direttore Tecnico Cesena Triathlon